L’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia ritiene che chiudere le Scuole di Giornalismo per fronteggiare la disoccupazione sia una soluzione inefficace e di corto respiro.
La dimensione crescente del fenomeno della disoccupazione giornalistica non dipende dalle Scuole di Giornalismo. A dimostrarlo sono i dati.
Ogni anno, infatti, rispetto ai circa 1400 praticanti che si presentano agli esami di Stato per l’abilitazione professionale, soltanto il 10-15% proviene dalle Scuole riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti. E’ evidente, dunque, che le cause della disoccupazione vadano ricercate altrove. Ad esempio, nella discutibile prassi dei praticantati a termine, quella sì fabbrica a basso prezzo di disoccupati.
Così come riteniamo urgente aprire la discussione all’interno della categoria sul numero dei praticantati d’ufficio che, nelle ultime sessioni degli esami di Stato, ha toccato quote molto alte.
Le Scuole di Giornalismo sono garanzia di accesso alla professione trasparente e meritocratico e rappresentano lo strumento per sottrarre agli editori il potere di decidere chi può e chi non può diventare giornalista.
Sarebbe stato opportuno evitare toni aspri su questi temi nei mesi in cui il sindacato dei giornalisti è impegnato in una difficile vertenza sul rinnovo del contratto basata proprio su qualità, autonomia e indipendenza. L’Agsp conferma di voler lavorare con tutto il sindacato per ritrovare insieme le ragioni dell’unità e difendere al meglio i disoccupati e i precari, evitando di penalizzare i giovani giornalisti.