Giornalisti: polemiche mentre parte lo sciopero

‘Gli editori sono come il direttore di una clinica che si permette di assumere chiunque’. È il paragone di Roberto Natale, segretario dell’Usigrai, in un momento di confronto-polemica con Sergio Moschetti, dirigente Fieg, durante il Convegno ‘In cont(r)atto con le scuole di giornalismo, che si è tenuto ieri a Roma in concomitanza con il primo giorno di scioperi (ieri hanno scioperato i colleghi della free press) nella sede centrale dell’ordine dei giornalisti, promosso dall’Associazione giornalisti scuola di Perugia.
‘Io mi vergogno quando mi trovo a parlare con dottori e professori – ha detto il Segretario – perché loro hanno un percorso di qualifica ben preciso, a voi editori basta prendere il primo che passa per strada per farlo giornalista’.
‘Noi vogliamo proporre cose concrete – ha risposto immediatamente Moschetti – regole rigide non garantiscono la risoluzione del problema di occupazione e non dobbiamo dimenticarci di tutto un mondo reale fatto di stage e di borse di studio che esiste grazie a noi’.

Oggi scioperano i giornalisti dei quotidiani, dei periodici, delle agenzie di stampa dell’on line, degli uffici stampa pubblici e privati: rinvio a lunedì 20 giugno dello sciopero dei giornalisti dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata nazionale e locale. ‘Come associazione – ha detto Di Trapani – siamo dispiaciuti che nel contratto Fnsi non ci sia un capitolo sulla formazione delle scuole e non si parli del problema della inoccupazione’, argomenti che infatti l’associazione introduce nelle proposte di rinnovo FNSI-FIEG, insieme al riconoscimento anche ai fini previdenziali del praticantato, svolto nelle scuole.
L’occupabilità e un mercato trasparente ed efficiente sono il primo punto fondamentale di tutela dei giornalisti per Maurizio Sacconi, che ha invitato a non rifiutare a priori i contratti di apprendistato e a sfatare la leggenda della flessibilità sulla legge Biagi, che ‘c’era gia’. No agli abusi della co.co.co e sì a tutte quelle flessibilità che permettono un rientro nella professione e sì anche al lavoro intermittente, che ‘quando è trasparente è molto più corretto di un co.co.co’ per il sottosegretario al Welfare. Favorevole ai contratti a termine purché limitati e facenti parte di un percorso è Tiziano Treu, che sottolinea’ la formazione deve aumentare e l’entrata nella professione deve essere fatta con incentivi e rigore’. Il senatore, applaudito dalla platea quando ha affermato che ‘sul contratto dei giornalisti ci sono dei meccanismi salariali obsoleti’ ritiene che il Co.co.co finirà quando saranno parificati i costi dei giornalisti. Per consultare le modalità dello sciopero vai su www.fnsi.it.