Campi nomadi, il commissario europeo visiterà Milano


«Informare senza pregiudizi», il seminario dell’Associazione giornalisti scuola di Perugia.
Il direttore della rappresentanza Ue: «L’integrazione potrebbe portare 0,5 miliardi». Don Colmegna: «Io dico sì al superamento  delle favelas e no alla radicalizzazione» 

Un rom come vicino di casa? Un italiano su due si dichiara a disagio di fronte a questa possibilità. La media che è il doppio di quella media dei Paesi dell’Unione europea, ma non è solo una statistica, quella diffusa dell’Eurobarometro e riportata dalla commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti umani. Dietro quei numeri c’è una realtà che si può vedere bene nelle strade di Milano, Roma, Napoli, così come di molte altre città italiane. Una realtà che spesso produce il corto circuito di una convivenza che genera paura, diffidenza, pregiudizio. Proprio il pregiudizio era al centro del seminario che l’Associazione giornalisti scuola di Perugia ha organizzato a Milano nell’ambito della campagna «Dosta», promossa dal Consiglio europeo, coordinata e finanziata dall’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali del ministero delle Pari opportunità: «Newsrom, informare senza pregiudizi». Invitati a portare la testimonianza di un lavoro che ha che fare con la rappresentazione del problema-rom alcuni cronisti, anche del «Giornale». Matteo Fornara, direttore della rappresentanza della commissione europea a Milano, ha ricostruito le analisi sulla situazione di vita dei 10-12 milioni di rom in Europa. «Secondo la ricerca della banca mondiale – ha riferito – la completa integrazione dei rom potrebbe portare un beneficio di 0,5 miliardi l’anno all’economia di alcuni paesi». Fornara ha annunciato, per dopo l’estate, la visita a Milano del commissario europeo responsabile per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, Viviane Reding.
Il collettivo mamme e maestre di via Rubattino, un gruppo formato per sostenere l’inserimento a scuola di 40 bambini dell’ex campo irregolare del quartiere Feltre, hanno illustrato il progetto «Vino Rom». Tonino Curagi e Anna Gorio, registi e documentaristi, hanno presentato «Via San Dionigi, 93», un documentario di 75 minuti del 2007, realizzato seguendo per due anni e mezzo la vita della comunità di un campo irregolare nella periferia sud est di Milano insieme agli educatori della casa della carità di don Virginio Colmegna. Proprio Don Colmegna è tornato sul caso del recente smantellamento di Triboniano, il più grande campo della città. «Quando abbiamo lanciato il patto di socialità – ha detto – voleva dire anticipare la logica del rifiuto e stare nel mezzo per trovare soluzioni». «Il valore aggiunto della chiusura di Triboniano – ha sottolineato – è che si può affrontare il problema senza la logica dello sgombero: il rischio è consegnare questa vittoria alla logica degli sgomberi. Il sacerdote, impegnato nei campi con la sua Casa della Carità, ha difeso un obiettivo che è condiviso: il superamento dei campi, contestando «le accelerazioni», e le «radicalizzazioni». «Quaranta famiglie – ha ricordato – oggi abitano nelle case, alcune sono state date a noi per mediazione sociale, e con questo possono cercare lavoro. Altre 40 sono tornate in Romania, ma con un progetto di rientro che avesse le sue gambe per funzionare».

(di Alberto Giannoni)

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