Dopo tre anni di lotta sindacale e di appelli caduti nel vuoto, l’annosa questione dell’applicazione della legge 150 del 2000 negli uffici stampa della pubblica amministrazione sembra aver imboccato la giusta strada. L’Aran (Agenzia di contrattazione nel pubblico impiego) e la Fnsi dopo chiusure e reciproche accuse, hanno iniziato ieri a trattare per la definizione del contratto per gli uffici stampa pubblici. Uno stallo durato fin troppo perché, al di là delle nove interrogazioni parlamentari, delle due direttive del Ministero della Funzione Pubblica ed una sentenza della Magistratura, le vere vittime del ‘braccio di ferro’ sono migliaia di colleghi che da anni aspettavano risposte concrete e l’applicazione di una legge che definisca una volta per tutte il riconoscimento della professionalità. Alla trattativa di ieri erano presenti le delegazioni della Cida, della Cisal, della Confsal, della Confedir, della Cosmed, della Rdb/Cub, dell’Usae, oltre a quella della Fnsi, mentre erano assenti le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil.
«Una grande vittoria del Sindacato dei giornalisti italiani e delle migliaia di colleghi degli uffici stampa che in questi anni si sono strenuamente battuti per un loro riconoscimento professionale e per la piena applicazione della legge 150/2000 sulla comunicazione ed informazione pubblica – ha commentato Paolo Serventi Longhi, segretario della Fnsi -; dopo la firma del contratto Aeranti-Corallo, sottoscritto nelle settimane scorse e l’avvio della trattativa per il contratto degli uffici stampa pubblici manca all’appello solo la Federazione Editori (Fieg) per chiudere la trattativa del contratto collettivo di lavoro giornalistico scaduto ormai da più di un anno».
Una vertenza «difficilissima, durissima, la più lunga della nostra storia», come l’ha definita Serventi Longhi che avverte: «Non concediamo tregue e torneremo a scioperare». Dopo la manifestazione a Torino del 10 febbraio scorso in occasione dell’apertura delle Olimpiadi invernali, si pensa già al bis con un’iniziativa analoga prevista al Festival di Sanremo mentre il 22 febbraio la giunta Fnsi si riunirà per decidere l’attuazione di altri sette giorni di sciopero, già proclamati dal consiglio nazionale.
Il segretario Fnsi si è concesso anche una battuta sulla campagna elettorale: «Occorre un comportamento più corretto da parte di tutti, soprattutto dei media, vi sono spunti interessanti nelle pagine, non molte per la verità, dedicate all’informazione e alla comunicazione dal programma dell’Unione; c’è il rispetto del ruolo e della funzione del servizio pubblico radiotelevisivo, la necessità di una seria regolamentazione del conflitto d’interessi e parole molto dure nei confronti della legge Gasparri». Tuttavia, ha ammonito «devono ovviamente tradursi in iniziative concrete e questo lo vedremo. Vedremo chi vincerà e le scelte che farà; non faremo sconti a nessuno. Di sicuro dobbiamo essere attenti all’obiettivo di sviluppare un’informazione veramente plurale, sganciata dagli interessi politici, e al servizio dei cittadini».
Positivo anche il giudizio di Vittorio Di Trapani (segretario Associazione giornalisti scuola di Perugia): «Finalmente si comincia a trattare sulla legge 150, mi auguro però che si arrivi ad un accordo e non all’ennesimo stallo simile a quello con la Fieg dove tutt’ora mancano serie aperture. Non abbiamo bisogno di accordi informali e, almeno da parte dell’Aran, aspettiamo risposte serie e un confronto più costruttivo».
Daniele Memola