Cecenia, arrestato il presunto assassino di Anna Politkovskaya

Arriva forse la svolta per le indagini sull’assassinio di Anna Politkovskaya, la giornalista russa tristemente famosa per la sua coraggiosa critica contro il governo di Putin e ancor di più per la sua tragica fine avvenuta il 7 ottobre 2006. Rustam Makhmoudov, accusato di aver freddato la giornalista con colpi d’arma da fuoco nell’ascensore della sua casa di Mosca, è stato arrestato ieri nell’appartamento dei suoi genitori in Cecenia, nel distretto di Achki-Martan.

Ha confermato la notizia a Radio Eco di Mosca il legale del fratello Zhabrail, possibile complice dell’assassino. L’autorità centrale russa aveva promesso di far luce sulla vicenda e di trovare e punire il colpevole: i servizi segreti erano da tempo sulle tracce di Makhmoudov e pensavano si fosse rifugiato in qualche paese europeo, mentre oggi hanno scoperto che non aveva mai abbandonato la Cecenia. I due fratelli minori del presunto colpevole, Zhabrail e Ibrahim, erano all’epoca stati incriminati come pedinatori della vittima, ma assolti per insufficienza di prove nel 2009.

Molte le lacune rilevate nel caso Politkovskaja: il silenzio osservato dal Cremlino sull’argomento, il giorno dopo l’uccisione della giornalista, ha alimentato i sospetti di un possibile coinvolgimento del governo di Putin, contro il quale la vittima aveva più volte rivolto aspre critiche. Il direttore di ‘Novaya Gazeta’, il giornale russo per il quale la vittima lavorava, era certo che si trattasse di omicidio politico. La giornalista, infatti, era considerata da tempo una voce scomoda: famose infatti erano non solo le sue già menzionate critiche contro l’allora presidente Vladimir Putin, ma anche quelle rivolte al leader ceceno Ramzan Kadyrov e le sue denunce sugli abusi e i sequestri subiti dai civili nella repubblica caucasica.

Per Novaya Gazeta bisognava ricondurre l’omicidio proprio al reportage sugli orrori della guerra in Cecenia che la giornalista stava per pubblicare (e che verrà pubblicato, incompleto, il 12 ottobre dello stesso anno, pochi giorni dopo il suo assassinio). Ad avvalorare la tesi si aggiunge il misterioso avvelenamento, attribuito dalla giornalista ai servizi segreti, che nel 2004 le impedì di raggiungere Beslan per seguire da vicino la crisi e l’assedio della scuola. Il caso di Anna Politkovskaya ha infiammato l’opinione pubblica internazionale, calamitando l’attenzione su un problema inaccettabile per il mondo civile: si può tollerare l’assenza della libertà di stampa? Si può accettare che i media siano al servizio del potere? Con l’arresto di Makhmoudov oggi si spera di trovare risposta a tutti i quesiti rimasti irrisolti e di fare finalmente giustizia.

Adnkronos