«Noi europei dobbiamo difendere il nostro modello di sviluppo, quello della “social market economy”, in cui il mercato non è un fine ma uno strumento». Il Presidente del Parlamento Europeo Hans-Gert Pöttering apre il suo intervento proprio con il tema più urgente, quello della crisi economica mondiale e delle sfide che essa pone ai ventisette Paesi dell’Unione. L’occasione è l’incontro organizzato dall’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia, nell’ambito della terza edizione del Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia, sul tema “Il giornalismo in Europa”. Al dibattito, moderato da Anna Piras, giornalista di Rai Parlamento e presidente dell’Agsp, hanno preso parte anche Tiziana Di Simone (Giornale Radio Rai) ed Emanuele Novazio (La Stampa).
«In tempi di crisi – ha detto Pöttering – dobbiamo ricordare che l’unione e la solidarietà sono la forza dell’Europa. Bisogna difendere le conquiste fatte nel passato: essenziale è la moneta unica, che ci ha protetto finora e senza la quale saremmo in balia dell’instabilità delle valute precedenti». Il Parlamento Europeo ha, oggi, poteri più forti anche sulle questioni economiche, per questo il Presidente lancia un appello: «Go and vote», «Andate a votare» alle elezioni del prossimo giugno.
«Le tematiche comunitarie, però, spesso sembrano essere poco sentite dai cittadini dell’Unione – rileva Novazio. «Di chi è la responsabilità? Dei governi nazionali, dei media che lasciano poco spazio alla vita politica di Bruxelles e Strasburgo, o forse le stesse istituzioni comunitarie potrebbero fare di più?». Per Pöttering si tratta di una «responsabilità comune. Dobbiamo ricordare sempre che la forza dell’Europa è l’unione, la solidarietà pur nella diversità delle culture e delle tradizioni. Cinquecento milioni di cittadini di ventisette Paesi, 200 milioni di persone in più degli Stati Uniti: la diversità è la nostra ricchezza. I politici che entrano nel Parlamento europeo dovrebbero tenere a mente che senza la parola “compromesso” non si va da nessuna parte». Certamente, poi, “c’è bisogno di maggiore informazione sull’attività di Strasburgo, che ha già prodotto numerosi effetti pratici nella vita dei cittadini: dall’abbattimento delle tariffe telefoniche per il roaming alle azioni a favore dei consumatori.
Attenzione, poi, a chi parla di una “vecchia Europa contrapposta alla nuova”, riferendosi ai Paesi dell’est entrati da poco nell’Unione. «E’ un modo per dividere e, in questo modo indebolire». «Ma i media a volte sono in difficoltà nel parlare di direttive, decisioni e trattati – spiega Di Simone – anche perché può accadere, come nel caso della “Costituzione Europea”, che dopo mesi trascorsi a illustrare le novità introdotte, il testo venga bocciato da due referendum nazionali e decada completamente». «E’ il rischio che si correrà finché si manterrà l’uso dei referendum – risponde Pöttering, che alle votazioni nazionali preferirebbe una consultazione generale a livello europeo. Tuttavia, ci sono molti segnali positivi: «Prima del G-20 il premier britannico Gordon Brown si è recato a Strasburgo per illustrare all’assemblea le sue posizioni sulla crisi, che avrebbe espresso nel vertice. Considerando che non si tratta del presidente di turno dell’Unione, la sua decisione di confrontarsi con il Parlamento è un segnale molto incoraggiante».
Al termine del dibattito c’è stata anche la presentazione di Youth Press Italia, il ramo italiano dell’associazione di giovani reporter europei “European Youth Press”, nata anche dall’impegno dell’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia. All’incontro, moderato da Marisa Adinolfi, giornalista di Rainews 24 e presidente di Youth Press Italia, hanno partecipato Roberto Santaniello responsabile comunicazione Rappresentanza in Italia della Commissione europea e sei giovani giornalisti provenienti da Ungheria, Germania, Polonia, Romania e Spagna.