Giancarlo Siani aveva 26 anni quando la sera del 23 settembre del 1985 fu freddato a colpi di pistola. La sua colpa? Aver fatto il proprio dovere di giornalista. Siani non aveva voltato la testa dall’altro lato neanche quando il pericolo era nell’aria. Un giornalista che dava fastidio e per questo andava eliminato. A distanza di 25 anni e dopo gli omicidi di 10 colleghi le mafie continuano a minacciare chi quotidianamente racconta il mondo criminale e le collusioni con la società civile e politica. Il rapporto presentato da Ossigeno l’osservatorio per l’informazione diretto da Alberto Spampinato parla di un raddoppio del numero di giornalisti minacciati dalle mafie. Raccontare le loro storie è un modo per non lasciarli soli.