‘Gli editori sono come il direttore di una clinica che si permette di assumere chiunque’. E’ il paragone di Roberto Natale, segretario dell’ Usigrai, in un momento di confronto-polemica con Sergio Moschetti, dirigente Fieg, durante il Convegno ‘In cont(r)atto con le scuole di giornalismo’, che si e’ tenuto questa mattina a Roma in concomitanza con il primo giorno di scioperi (oggi tocca alla free press) nella sede centrale dell’ordine dei giornalisti, promosso dall’associazione giornalisti scuola di Perugia.
‘Io mi vergogno quando mi trovo a parlare con dottori e professori – ha detto il Segretario – perche’ loro hanno un percorso di qualifica ben preciso, a voi editori basta prendere il primo che passa per strada per farlo giornalista’.
‘Noi vogliamo proporre cose concrete – ha risposto immediatamente Moschetti -, regole rigide non garantiscono la risoluzione del problema di occupazione e non dobbiamo dimenticarci di tutto un mondo reale fatto di stage e di borse di studio che esiste grazie a noi’.
Il convegno di questa mattina ‘coincide con la prima tappa di sciopero generale indetto dalla Fnsi’ ha sottolineato Vittorio Di Trapani, segretario Agsp, inaugurando la tavola rotonda, e ‘serve per aprire il dibattito e riaprire il dialogo tra editori e giornalisti in un momento di stallo’. Si e’ parlato e discusso in particolare della legge Biagi, dell’accesso alla professione e della formazione prevista dalle scuole di giornalismo nelle tre ore di discussione, a volte anche accesa, in cui si sono alternati, tra gli altri, Maurizio Sacconi, sottosegretario Welfare; Tiziano Treu, commissione lavoro Senato della Repubblica, e Vittorio Roidi, Segretario Ordine dei Giornalisti.
‘Come associazione – ha detto Di Trapani – siamo dispiaciuti che nel contratto Fnsi non ci sia un capitolo sulla formazione delle scuole e non si parli del problema della inoccupazione’, argomenti che infatti l’associazione introduce nelle proposte di rinnovo FNSI-FIEG, insieme al riconoscimento anche ai fini previdenziali del praticantato, svolto nelle scuole.
L’occupabilita’ e un mercato trasparente ed efficiente sono il primo punto fondamentale di tutela dei giornalisti per Maurizio Sacconi, che ha invitato a non rifiutare a priori i contratti di apprendistato e a sfatare la leggenda della flessibilita’ sulla legge Biagi, che ‘c’era già’. No agli abusi della co.co.co e si’ a tutte quelle flessibilita’ che permettono un rientro nella professione e si’ anche al lavoro intermittente, che ‘quando e’ trasparente e’ molto piu’ corretto di un co.co.co’ per il sottosegretario al Welfare. Favorevole ai contratti a termine purche’ limitati e facenti parte di un percorso e’ Tiziano Treu, che sottolinea ‘la formazione deve aumentare e l’entrata nella professione deve essere fatta con incentivi e rigore’. Il senatore, applaudito dalla platea quando ha affermato che ”sul contratto dei giornalisti ci sono dei meccanismi salariali obsoleti” ritiene che il Co.co.co finira’ quando saranno parificati i costi dei giornalisti. Pienamente d’accordo su questo e’ Giancarlo Tartaglia, presidente della Fnsi. Il Segretario dell’ordine dei giornalisti, Vittorio Roidi, ha invitato a distinguere i piani della discussione: ‘una cosa e’ la formazione e l’accesso e una cosa e’ la tutela del contratto di coloro che sono gia’ giornalisti e di coloro che si trovano disoccupati, magari a 50 anni (2.000 gli iscritti alle liste)’. ‘Si vogliono fare i convegni, ma qui c’e’ gente che non ha lavoro – ha polemizzato un giornalista 44enne, rappresentante del gruppo nazionale giornalisti disoccupati, in un intervento veemente di cui poi si e’ scusato – io lavoravo a Milano e sono tre anni che cerco lavoro qui, questa e’ la quarta estate che mi affaccio nelle redazioni e mi sento rispondere che non fanno contratti di sostituzione perche’ ci sono gli stagisti’.