Giornalisti: vademecum Asr dedicato all’informazione sui Rom

ascaUn vademecum rivolto ai professionisti dell’informazione sul delicato tema dei rom. Una pubblicazione agile, declinazione della Carta di Roma, che offre contributi di esperti della materia e dell’informazione, un intervento del Papa relativo alla audizione dei rom e delle Faq sintetiche che hanno l’intento di semplificare il lavoro giornalistico nell’affrontare la questione.

“Ho visto anche degli zingari felici” sara’ presentato alla Federazione Nazionale della stampa italiana il 31 ottobre prossimo alle ore 10, 30 insieme al Segretario dell’Associazione Stampa romana Paolo Butturini, l’Assessora al Lavoro e Formazione della Regione Lazio Mariella Zezza, il presidente della Federazione nazionale della stampa Roberto Natale, il presidente della Comunita’ di Capodarco Don Vinicio Albanesi, il responsabile Rom e Sinti della Comunita’ di Sant’Egidio Paolo Ciani; il Segretario Associazione Giornalisti Scuola di Perugia Roberto Chinzari ; la giornalista di Panorama e scrittrice Bianca Stancanelli, il presidente della Federazione Romani’ Nazzareno Guarnieri. Partecipera’ anche Moni Ovadia, attore e regista.

Il vademecum e’ stato realizzato dall’Associazione Stampa romana con il sostegno della Regione Lazio – Assessorato Lavoro e Formazione e in partnership con la Comunita’ di Sant’ Egidio e l’Associazione dei Giornalisti Scuola di Perugia.

Al termine della presentazione, verra’ offerta una degustazione di cibi ”Rom” in collaborazione con l’Associazione ”Roma’ Onlus”.

Alle ore 21 andra’ in scena lo spettacolo ”Senza confini, Ebrei e Zingari” al Teatro Quirino alle ore 21: prodotto da Promo Music di Bologna, scritto e interpretato da Moni Ovadia e dalla Moni Ovadia Stage Orchestra, e’ un concerto-spettacolo di grande coinvolgimento. Protagonisti da una parte l’amore per la battuta, tracce poetiche, storielle e barzellette ebraiche e dall’altra i ritmi incalzanti delle sonorita’ e delle melodie zingare e klezmer, la bella musica che ”attraversa” le genti e la cultura dall’Europa all’Est, in sintesi un’opera teatrale originale e senza confini fatta di memorie e di grandi emozioni. Uno spettacolo che, per Moni Ovadia, e’ ”un piccolo ma appassionato contributo alla battaglia contro ogni razzismo”.