“I Rom possono essere considerati come la prima popolazione europea perché hanno infranto le frontiere europee molto prima dell’esistenza di qualsiasi trattato o convenzione internazionale. Hanno viaggiato in tutta Europa …e hanno arricchito il patrimonio culturale europeo”. Queste parole, contenute nella pubblicazione ‘Vai oltre i pregiudizi, scopri i Rom’(a cura dell’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) esemplificano il senso del seminario “NewsROM – Informare senza pregiudizi” che da oggi fino a venerdì si svolge alla sede della FNSI (Federazione Nazionale Stampa italiana) a Roma. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia nell’ambito della Campagna Dosta! promossa dal Consiglio d’Europa, coordinata e finanziata dall’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali (Unar). L’evento, patrocinato da Federazione Nazionale della Stampa, Ordine nazionale dei giornalisti, Associazione Stampa Romana e Ordine dei giornalisti del Lazio, si propone di favorire il confronto e la riflessione degli operatori dell’informazione su come i media raccontano la realtà delle comunità Rom, così spesso al centro della cronaca di quotidiani e telegiornali. Una discussione che mira a sfatare tanti luoghi comuni, combattere i pregiudizi e gli stereotipi e ad aprire squarci di conoscenza sul mondo Rom.
Un popolo tutt’altro che nomade, per sfatare il primo luogo comune: stanziale è l’80% dei Rom e dei Sinti che vive in Europa, secondo l’indagine della Commissione diritti umani del Senato. E’ cittadino italiano – per l’Opera Nomadi – oltre la metà dei Rom che vive nel nostro Paese; l’altra metà viene dai Balcani o dalla Romania. Nella Capitale vivono circa 7200 Rom: il piano nomadi messo a punto dal Comune – come ricordano gli organizzatori del seminario – prevede la chiusura dei circa 80 campi attualmente operanti e il trasferimento di circa 6000 Rom in 13 villaggi autorizzati che prevedono all’interno presidi educativi e socio sanitari, situati nella periferia della città. Una decisione che, sebbene per il Campidoglio ristabilisce i presupposti di una vita dignitosa per i rom, è ancora molto lontana dall’idea di realizzazione di case e contesti abitativi come è avvenuto invece a Modena, Padova e Settimo Torinese. Casi esemplari ancora isolati se la cultura dominante ha ancora paura dei Rom: quasi un italiano sue due infatti, secondo i dati di Eurobarometro, si dichiara “a disagio” con l’idea di avere un Rom come vicino di casa, contro una media UE del 24%.