Una riforma profonda, radicale, che risponda alle esigenze di una professione che cambia e alle aspettative degli utenti dell’informazione. E’ questo l’appello che l’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia lancia al Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti che si appresta a varare un progetto di auto-riforma.
La prima rivoluzione deve essere sull’accesso alla professione: la via deve essere unica e di livello universitario. I giornalisti del futuro dovranno avere una laurea triennale e una specializzazione in una Scuola di Giornalismo riconosciuta dall’Ordine. L’Ordine però dovrà vigilare affinché, a causa dell’alto costo delle rette annuali di Università e Scuole di Giornalismo, non si realizzi per l’accesso alla professione una discriminazione di fatto basata sul censo.
Contestualmente, è necessaria una fase transitoria che consenta a chi da anni svolge la professione giornalistica, ma non ha avuto l’opportunità di avere un contratto di praticantato, di accedere all’esame di Stato. E’ il caso di migliaia di pubblicisti, individuati con criteri certi e rigorosi, ai quali è doveroso dare l’occasione di vedere riconosciuto il proprio lavoro. Solo a questa condizione si potrà ridefinire la figura del pubblicista, restituendole il suo ruolo originario.
Un segnale forte va dato poi sul fronte deontologico e sanzionatorio. Le procedure vanno snellite e innovate. Anche per allontanare i sospetti di eccessiva vicinanza tra “giudici” e “imputati” sarebbe utile riflettere sulla possibilità di mutuare il sistema in vigore per i magistrati, sui quali la competenza si sposta nel distretto limitrofo.