La Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia, un’ottima opportunità per entrare in contatto con le più importanti testate giornalistiche italiane.
Un patrimonio di professionalità valorizzato più dalle aziende editoriali private che dal servizio pubblico che lo ha formato.
Questi gli elementi che emergono dall’analisi dei risultati in termini di occupazione dei primi 10 anni di formazione della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.
Lo studio è stato curato dall’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia, l’organizzazione che riunisce la quasi totalità degli ex allievi dell’istituto di formazione.
Scorrendo i dati, emerge un forte impatto positivo, in termini occupazionali, dell’accordo tra Rai e Usigrai che garantì a tutti i giornalisti del primo biennio (1992/94) l’assunzione a tempo indeterminato. Un’intesa che la Rai non ha voluto rinnovare anche per i bienni successivi.
Andando nel dettaglio, dei circa 120 giornalisti formati nei primi 10 anni di attività dalla Scuola di Perugia, oggi il 54% lavora con contratti a termine, il 42% è assunto a tempo indeterminato, il 2% è free lance e il restante 2% ha scelto una carriera diversa da quella giornalistica.
Se però si escludono dalla statistica gli allievi del primo biennio i dati cambiano in maniera sostanziale: gli assunti a tempo indeterminato scendono al 25%, i contratti a termine salgono al 71%.
Dei giornalisti che hanno svolto il praticantato presso la Scuola di Perugia dal 1992 al 2002, quasi l’80% lavora attualmente con la Rai. Di questi, il 39% è assunto, il restante 61% collabora con contratti a termine. Anche in questo caso, se escludiamo i giornalisti del primo biennio, i risultati subiscono un sensibile peggioramento: solo il 15% ha un contratto a tempo indeterminato, ben l’85% a tempo determinato.
Quasi capovolti i risultati di quanti lavorano in altre aziende editoriali (il 21%).
Di questi, è assunto il 65%, il 25% ha contratti a termine, il 10% è free lance.
I grafici della ricerca